Uso di prodotti locali e un approccio distintivo hanno rivoluzionato la scena, come ci spiega la nostra HostAmbassador Liliana López Sorzano.
È salita alla ribalta della scena mondiale la scena dei bar del Messico: nella capitale sono molti quelli in cima alle classifiche dei migliori al mondo. Ma cosa ha permesso a questo Paese, che certo non manca di tradizione ma che fino a pochi anni fa non era noto come meta gourmet, di cambiare pelle? Lo abbiamo chiesto alla HostAmbassador dal Messico, Liliana López Sorzano, giornalista enogastronomica e una delle “antenne” dell’International Hospitality Exhibition nel mondo.
“La cultura del cocktail in Messico è permeata da due slogan: onorare il territorio e celebrare ciò che è proprio. Un fenomeno simile a quello che si è verificato con l'alta cucina messicana e latinoamericana, che due decenni fa guardava all'esterno per trovare ispirazione con riferimenti europei e nordamericani, mentre ora lo sguardo si è rivolto verso l'interno per valorizzare i prodotti, la storia e le tecniche di ciascun Paese”.
Nei menù dei bar messicani di Tulum, Guadalajara, Oaxaca o Città del Messico hanno trovato spazio distillati nazionali poco conosciuti. Mentre continua la presenza di tequila e mezcal a nella concezione dei drink, sotol, charanda, raicilla, bacanora e pox sono entrati nella scena dei cocktail con storie, denominazioni di origine e sapori diversi. “Tutti distillati che hanno in comune il fatto di essere prodotti con processi artigianali e di essere radicati nelle aree rurali. Si ricavano dal mais, dalla famiglia delle agavi o dalla canna da zucchero”.
Nella creazione di cocktail entrano anche bevande fermentate locali come il tepache, a base di ananas fermentato, come ha fatto Baltra Bar con il suo cocktail Local Oasis a base di mezcal, Aperol, tepache e succo di limone. O ingredienti come fiori, erbe, verdure e frutta di stagione, come il cempasúchil, il fiore del Giorno dei Morti, o l'hoja santa, molto utilizzato nella cucina messicana, che si trova nel Martini che il Salón Rosetta propone a Città del Messico.
Si usano anche liquori di prodotti nazionali come peperoncini, mais o caffè, come nel cocktail Federalismo del Salón Gallos di Guadalajara, che contiene tequila, Ancho Reyes (liquore al peperoncino), mela verde, zenzero e limone.
“In generale, molti bar vogliono offrire un'esperienza o dei drink distintivi, che possano raccontare una storia unica e specifica del territorio per dare un senso di appartenenza. L'idea è quella di offrire sia ai locali sia agli stranieri un drink difficilmente replicabile in altre città del mondo. La ricerca di identità nei bar, senza perdere il carattere globale, è una costante del Messico di oggi” conclude López Sorzano.
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