Caffè: l’Asia al centro della rivoluzione dei consumi

fieramilano, Rho
17-21.10.2025

Caffè

Caffè: l’Asia al centro della rivoluzione dei consumi

Il continente, dedito da sempre al consumo di tè, ha abbracciato con entusiasmo la bevanda a base di Coffea. Trainata da giovani professionisti delle classi medie e dalle ricette diffuse via social.

Stregati dal caffè. Se il chicco di Coffea ha conquistato nei secoli scorsi larghe porzioni del Pianeta, fino a qualche decennio fa aveva un “buco”, e assai grande, nei consumi in Asia. Grande produttore con Vietnam, Indonesia e India, in particolare di Robusta, ma piccolo consumatore con la virtuosa eccezione del Giappone. Al momento l’Asia produce il 29% del caffè mondiale ma ne consuma solo il 22% (e questo comprende l’Oceania con l’Australia tera di coffeelovers).

 

Ora le cose sono cambiate: negli ultimi cinque anni secondo ICO il consumo di caffè nel continente è cresciuto dell’1,5% (contro lo 0,5 dell’Europa e l’1,2% degli Stati Uniti). A segnalare che il centro di gravità si sta spostando a Est, verso un’area tradizionalmente dedita al tè.

 

Le motivazioni sono varie ma vedono in primo piano il gigantesco mercato cinese, con la crescita della classe media che ha abbracciato con raro entusiasmo nuovi trend occidentali, dal vino al caffè, appunto. Spesso scoperti mentre studiavano all’estero.

 

Il sito Nikkei Asia ha dedicato una storia di copertina al fenomeno della “rivoluzione del caffè asiatica”.

 

Una tendenza convogliata anche dal social cinese amato dai teenager, TikTok. Così si sono diffuse ricette a base di caffè bizzarre e molto instagrammabili, colorate e con spume esagerate, ma anche modalità di estrazione come il Cold Brew, il Nitro e il Syphon.

 

Non che non esistessero delle tradizioni locali legate al caffè, spesso eredità del colonialismo. Un esempio? Il bizzarro caffè vietnamita, un caffè filtro a base Robusta con ghiaccio e latte condensato che ha fatto scuola e si sta diffondendo pure negli USA.

 

L’opportunità è stata già colta dalle catene di caffetterie occidentali, da Starbucks (che in Cina ha 5400 locali in oltre 200 città) a Costa Coffee (che oltre 450 punti vendita e che punta sui Costa Express, macchine self service che erogano un caffè di qualità). Hanno diffuso l’espresso nelle sue infinite ricette, al cappuccino al Latte al Macchiato.

 

IMT prevede che il mercato delle catene straniere del caffè in Cina crescerà dell’11% dal 2020 al 2025.

 

Ora molti imprenditori locali stanno cercando di presentarsi sul mercato con proprie catene di caffetterie, un unicum se si considera che raramente i Paesi produttori sono in prima linea nel retail. Per certo, si aprono opportunità ancora più interessanti per le aziende produttrici di macchine e attrezzature da caffè, che peraltro già da tempo si stanno interessando all’area.