Restaurants Canada guarda avanti

fieramilano, Rho
17-21.10.2025

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Restaurants Canada guarda avanti

Dopo la fase emergenziale, l’associazione che riunisce 30mila ristoratori canadesi pensa a come sostenere una ripresa “forte e resiliente”. Ce ne parla il presidente e Ceo Todd Barclay.

Il mercato della ristorazione canadese, in costante ascesa negli ultimi anni, come tutti è stato duramente colpito dalla pandemia. Si prevede che nel 2021 raggiungerà i 61,4 miliardi di dollari, l’11,8% in più rispetto al 2020, ma ancora il 20% al di sotto rispetto al 2019.

 

Abbiamo chiesto a Todd Barclay, dallo scorso settembre Presidente e CEO of Restaurants Canada, anche per la 42a edizione partner di HostMilano, come l’associazione, che conta oltre 30mila membri, ha affrontato la crisi e come vede il futuro.

 

Con una premessa: i ristoranti sono un pilastro portante della cultura e dell'economia canadese, e le decine di migliaia di piccole e medie imprese di servizi alimentari del Canada sono fondamentali per alimentare la ripresa.

 

 

Quali misure avete preso a sostegno degli associati?

 

Prima dell’inizio della pandemia la ristorazione in Canada era un'industria da 93 miliardi di dollari, che impiegava 1,2 milioni di persone e ogni giorno serviva 22 milioni di clienti. Oggi l'industria sta combattendo per la propria esistenza e necessita di un supporto governativo continuo. Dall'inizio abbiamo orientato nelle linee guida sanitarie, condiviso le migliori procedure operative per l’asporto, il delivery, la gestione del personale, la pulizia e la disinfezione, per aiutare quei ristoranti che hanno continuato a lavorare durante la pandemia. I nostri sforzi di advocacy si sono concentrati su queste aree chiave: supporto per l'affitto, assistenza sui costi di manodopera, aumento del debito e flusso di cassa, riduzione della burocrazia per le piccole e medie imprese, supporto mirato al settore della ristorazione. Ora che ne stiamo uscendo e puntiamo a una ripresa forte e resiliente, pensiamo sia necessaria un'evoluzione dalle misure di emergenza a un quadro che supporti la continuità aziendale e ponga condizioni favorevoli per il rilancio economico a lungo termine.

 

 

Come vedete il percorso di riapertura?

 

Siamo di fronte a un'opportunità unica per riesaminare tutti i programmi governativi esistenti e creare una visione e un piano per l'immediato futuro. Abbiamo identificato delle lacune e proposto soluzioni innovative che aiuteranno a garantire ai ristoranti di tutto il Paese un futuro sostenibile, ancorato alle economie locali.

 

Gli operatori della ristorazione sono intraprendenti e resilienti e, quando prosperano, lo fanno anche le loro comunità. Anche durante i periodi migliori, il ristorante medio trattiene solo circa 50 centesimi ogni 10 dollari spesi per un pasto. Il resto torna nel mercato sotto forma di posti di lavoro, acquisti di cibo e bevande, contributi in beneficenza e altro. Chiediamo al Governo di pensare fuori dagli schemi per incoraggiare i canadesi a spendere più soldi, il che si tradurrà in entrate governative aggiuntive attraverso tasse provinciali, imposte sul reddito e creazione di posti di lavoro, a tutto sostegno della ripresa economica collettiva.

 

 

Come è andato RC Show Online Live e quali le tendenze emerse?

 

Molti hanno scelto di non fare fiere virtuali, noi abbiamo ritenuto che in questo momento il settore avesse bisogno di unirsi per condividere intuizioni e best practice. L'RC Show ONLINE LIVE ha riunito migliaia di ristoratori, chef, professionisti del settore e leader di marca di tutto il mondo per fornire soluzioni innovative e approfondimenti che aiutassero il settore dell'ospitalità canadese. In quattro giorni [dal 28 febbraio al 3 marzo, ndr] oltre 150 esperti globali hanno fornito oltre 50 ore di empowerment nella leadership di pensiero, ricerche, tendenze e approfondimenti. I partecipanti all'RC Show hanno potuto riunirsi virtualmente per discutere le questioni più urgenti come le sfide della manodopera, la progettazione per il delivery, la salute mentale e la lotta contro il razzismo e la discriminazione nelle cucine, e allo stesso tempo hanno potuto fare affari con i loro fornitori chiave.