L’innovazione nel 2021 e oltre: una chiacchierata con il responsabile scientifico di Smart Label - Host Innovation Award. Un premio quest’anno ancora più visionario (e ambito).
Smart Label Host Innovation Award è oramai diventato il premio di riferimento nell’innovazione di prodotti e servizi legati all’HoReCa. Quest’anno, in previsione del grande ritorno dell’ospitalità mondiale, sarà ancora più atteso. Facciamo il punto con il professor Matteo Ingaramo, responsabile scientifico di Smart Label Host Innovation Award.
Cosa si aspetta la commissione dalle candidature quest’anno?
Da parte dei prodotti e servizi presentati ci aspettiamo di vedere una riconfigurazione di valore.
Fondamentale sarà il tema della sostenibilità, che non significherà solo attenzione ai consumi ma riprende temi non del tutto nuovi ma più che mai contemporanei come la durabilità degli oggetti, la circolarità, il basso consumo di territori. Non c’è più tempo per il green washing.
Ovvero?
Ce la siamo goduta per trent’anni su un pianeta morente, ora non ce la godiamo più. Il nostro stile di consumi è arrivato al capolinea. E lo dico non da militante ma dal punto di vista scientifico. La sostenibilità è una qualità necessaria ma che non è stata considerata come priorità: ciò deve cambiare. Soprattutto ora che i soldi ci sono: 11 miliardi di euro di finanziamenti solo per il New European Bauhaus, progetto europeo che coinvolge entità pensanti sul tema delle città, i luoghi dove abitare e vivere.
Cosa significa essere smart oggi?
Vuol dire accettare la sfida. Lo Smart Label è uno spazio indipendente che valorizza le iniziative che fanno un passo avanti. Quest’anno ci aspettiamo una sostenibilità che non sia solo tecnologia ma sostenibilità dello stile di vita. Bisognerà capire se quel prodotto o servizio cambierà la concezione del ciclo di lavoro ed energetico complessivo. Le aziende italiane devono tornare a essere coraggiose.
Valuteremo elementi di principio, è necessario dare un segnale di qualità, la sfida si è accresciuta, le competenze e le motivazioni ci sono, manca lo stimolo.
Vogliamo che la Smart Label sia questo stimolo, il “trigger” che consente di cambiare effettivamente i comportamenti di cui parla BJ Fogg, il fondatore del Behavior Design Lab della Stanford University.
Come è cresciuta negli anni Smart Label?
Trovo significativo il fatto che le imprese abbiano accettato di essere valutate mettendosi in gioco, anche rischiando di essere escluse. L’award in sé è solo un’etichetta, ma è molto ambita. Lo scopo è proprio di incentivare la qualità e il valore della proposta presente in fiera.
Cosa vi aspettate dal ritorno del fuori casa?
Ci aspettiamo reazioni schizofreniche con scelte dettate dalla sicurezza e dalle convinzioni, personali.
Il concetto di sostenibilità potrebbe spingere a una maggiore qualità, al valore vero a fronte di un cliente che tenderà a penalizzare i sistemi non etici e trasparenti. Si cercheranno i luoghi aperti, con terrazza, mangiare fuori sarà una scelta e questo ce lo porteremo nel futuro: la qualità del singolo evento sarà più importante della quantità di eventi. L’outdoor dominerà nella ripresa, ma la virtualità non scomparirà.
E l’accoglienza alberghiera?
Alla fine il concetto di ospitalità a cui tutti dobbiamo guardare è far vivere un’esperienza, che può anche non essere fisica o di tipo ambientale ma integrata in altri modelli. Stiamo cercando soluzioni che vanno in questa direzione. Le faccio l’esempio di un hotel di Shangai che già prima della pandemia certificava la sua aria, priva di inquinanti e micropolveri: in futuro una caratteristica di questo tipo potrebbe assumere maggiore valore dell’interior design o della Spa. Alcune cose diventeranno attuali e rilevanti nel dopo pandemia. Vincerà chi sarà in grado di rimodulare l’offerta.
Come vede il futuro, rosa o nero?
Da designer strategico ritengo che ci siano gli elementi per riscoprire il valore, rimettersi in gioco, per il sistema dell’ospitalità potrebbe essere una cosa positiva. La commissione cercherà di esplorare gli ambiti in grado di cambiare in meglio il sistema rendendo piacevole la vita delle persone, in termini di valore non solo economici. La sostenibilità reale è quella che ti fa vivere bene.