La 42esima edizione di Host Milano che si terrà questo ottobre a Milano sarà in sicurezza e dal vivo.
Osservatorio realizzato in esclusiva per HOST da Il Sole 24 Ore Radiocor
Hanno già bussato alla porta di Fiera Milano 1.291 aziende, di cui 435 estere (con una percentuale di internazionalità del 34%), in rappresentanza di 43 Paesi (tra i top ci sono mercati come, Germania, Francia, Spagna, Usa, Portogallo, Paesi Bassi, Grecia, Regno Unito e Turchia). Per quanto riguarda le merceologie, la Ristorazione Professionale e l’area dedicata a Bar-Macchine caffè-Vending rappresentano insieme i due terzi dell’offerta espositiva. Saranno ad ogni modo rappresentati tutti i sotto-settori, ossia quello della Ristorazione Professionale, del Bakery, della Pizza, della Pasta, del Caffè, del Thè, del Bar, delle Macchine da caffè, del Vending, del Gelato, della Pasticceria, dell’Arredo, della Tecnologia e della Tavola. Non sono i numeri dell’edizione 2019, quando furono presenti circa 1.500 espositori provenienti da 55 Paesi, ma sono estremamente confortanti, alla luce del fatto che vigono ancora restrizioni e limitazioni ai viaggi, nonché lo stop agli spostamenti da importanti aree come la Cina, a causa di normative estremamente stringenti. Anche grazie al continuo supporto di ICE/ITA Agenzia, inoltre, è attesa un’importante presenza di buyer da aree di particolare interesse. Fiera prevede arrivino circa circa 500 buyer provenienti da 41 Paesi tra Nord e Sud America, Europa, Medio Oriente, Russia, che si aggiungeranno a quelli che arriveranno a Milano attraverso le innumerevoli partnership con una trentina tra le più importanti associazioni italiane e internazionali. Numerose, poi, saranno le sinergie con la Fiera TuttoFood, con i partecipanti che avranno la possibilità di osservare l’innovazione declinata in tutte le sue forme della filiera, che va dall’agroalimentare all’ospitalità e al fuori casa.
I numeri del comparto
Dalla scorsa estate il mercato italiano dei consumi fuori casa è ripartito dopo oltre 20 mesi di crisi provocata dalla pandemia. I numeri registrati dal settore già la scorsa estate sono risultati più che positivi, con una crescita che ha coinvolto, con le progressive riaperture, tutto il mondo dell’Out of Home. Secondo le previsioni di Tradelab, il 2021 vedrà i consumi nel settore aggirarsi intorno ai 66 miliardi di euro, in forte crescita rispetto ai 54 miliardi del 2020, ma non ancora al livello degli 85 miliardi del 2019. La sfida, a questo punto, è che il mercato dei consumi extradomestici italiano torni ai livelli pre-Covid. Le premesse sono buone e le aziende del settore vedono rosa. Pwc, in un recente studio, ha evidenziato che se è l’export a trainare la crescita del nostro Paese, per l’Italia spiccano eccellenze come le forniture per l’ospitalità e il fuoricasa. La società di consulenza stima che da qui al 2024 tali comparti cresceranno a tassi tra il 2,4% e il 4,6% l’anno. A sua volta, gli analisti prevedono che a fine 2021 le esportazioni agroalimentari italiane supereranno la soglia dei 50 miliardi di euro. Ad incidere positivamente saranno anche i 6,8 miliardi di risorse stanziate dal PNRR ed i fondi complementari a sostegno diretto dell’agroalimentare italiano, che oggi rappresenta oltre 500 mila addetti. Intanto, secondo le rilevazioni dell'Ufficio Studi di PwC, l’export italiano, che nel 2021 ha già superato i livelli pre-pandemia, entro il 2023 toccherà 532 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto al 2020.
La ripresa vista dalle imprese
Le aziende che operano nel settore dell’ospitalità e del fuori casa vedono rosa per il futuro, soprattutto alla luce dei numeri che stanno registrando negli ultimi mesi e nonostante l’incertezza di fondo che ancora regna sovrana. Giusto Morosi, amministratore delegato di Tognana, azienda specializzata soprattutto nelle stoviglie in porcellana di alta qualità, ha dichiarato: «siamo fiduciosi e ci attendiamo una ripresa del settore professional come conseguenza delle riaperture e della eliminazione delle restrizioni. Prevediamo di registrare per il settore Ho.Re.Ca una crescita che ci riporterà nel 2022 ai risultati pre-covid». Del resto, come ha sottolineato il manager, il settore della ristorazione professionale ha reagito con elevata vitalità e rapidità nel momento delle riaperture, sia del 2020 che del 2021, e ciò ha comportato anche per Tognana il recupero nei mesi estivi di quasi tutto il fatturato perso nei mesi di chiusura. «Ciò riguarda in particolare la ristorazione professionale leisure nelle località di mare e montagna che è cresciuta molto ed ha registrato risultati migliorativi, mentre sono rimaste po’ indietro le grandi città d’arte, come ad esempio Venezia, Firenze e Roma a causa della perdita dei turisti oltreoceano. E le “città business” come Milano dove, il ricorso allo smart working in modo massivo, ha fatto perdere fatturato alla ristorazione del pranzo che aveva un valore molto elevato. Abbiamo riscontrato un fermo anche nel settore crociere». Ad ogni modo il numero uno di Tognana prevede che rispetto al 2019 il 2021 sarà positivo, pur mettendo in conto i mancati ordini da parte delle categorie rimaste chiuse. «Nel 2022 ci aspettiamo in particolare un grandissimo ritorno delle aziende che si occupano di settore cerimoniale, soprattutto nel Sud Italia a fronte degli eventi annullati nell’ultimo anno e mezzo e che ci attendiamo verranno riprogrammati nel 2022», ha detto ancora. Del resto per Morosi «siamo in una fase di rinascita, sotto tutti i punti di vista e questo ci rende ottimisti». Tra l’altro l’azienda quest’anno celebra il 75esimo anniversario e lo farà innanzitutto investendo su nuove tecniche e macchinari nello stabilimento di Casier. «L’obiettivo è sicuramente ampliare la nostra offerta Tognana Professional (non solo), ma soprattutto rendere omaggio e dare una notevole spinta alla produzione Made in Italy, contribuendo al boost del mercato nazionale. Tutto questo ha ricadute anche sul fronte dell’ecosostenibilità che è uno dei temi fondamentali emersi durante questo ultimo anno». Tognana si propone di realizzare una filiera corta, concentrando le attività in un unico luogo ed evitando una serie di consumi che sarebbero altrimenti necessari per spostamenti o lavorazioni esterne. L’investimento sui nuovi macchinari, inoltre, consente di realizzare i prodotti tavola con minori consumi energetici rispetto alle metodologie tradizionali. Tognana parteciperà a HostMilano. «Per noi le fiere in presenza sono uno strumento fondamentale per entrare in contatto con clienti consolidati e possibili prospect e contribuiscono nettamente a dare una spinta al nostro business», ha spiegato l’ad, sottolineando che certi prodotti alla fine «devono essere necessariamente toccati con mano e visti dal vivo per far emergere l’attenzione ai dettagli e la qualità del nostro lavoro». HostMilano, per Morosi, «sarà sicuramente un momento importante che contribuirà alla spinta del 2022». Anche Simonelli Group, società marchigiana specializzata nelle macchine da caffè, sta incassando riscontri positivi. «Dai segnali che abbiamo sembra che il settore delle macchine da caffè nel 2021 abbia assorbito gli effetti negativi legati alla pandemia da Covid-19, che aveva generato pesanti ripercussioni a tutto il settore FoodService e di conseguenza anche al settore delle macchine da caffè espresso professionali. Stiamo assistendo ad una certa vivacità della domanda che ci lascia ottimisti sulla ripresa dell’intero settore», ha commentato Maurizio Giuli, Executive for Corporate Strategy dell’azienda, che parteciperà alla 42esima edizione di HostMilano. Il manager non solamente è ottimista ma ritiene che Simonelli Group raggiungerà nel 2021 l’obiettivo programmatico fissato per il triennio 2019-2021, nonostante la forte flessione avuta nel 2020. Un punto di svolta per l’intero settore potrebbe essere rappresentato proprio da HostMilano, «la prima grande fiera a carattere internazionale del settore hospitality che si tiene dopo la lunga pausa imposta dal Covid. Rappresenta quindi un’importante cartina di tornasole per valutare la vera condizione del settore», ha commentato Giuli, auspicando che «nonostante le difficoltà legate alle restrizioni alla mobilità ancora presenti in molti Paesi, essa possa fornire un forte impulso all’azione delle aziende». E’ positivo per il futuro anche Arcturus, gruppo che detiene numerosi marchi per tavola, cucina e living, quali Rosenthal, Rosenthal meets Versace, Hutschenreuther e Thomas e Arzberg, nonché Sambonet Paderno e Arthur Krupp, oltre che all’azienda di Limoge, Raynaud, e alla francese Ercuis, specializzata nell’argenteria. Giovanni Coppo, Sales & Marketing Director Ho.Re.Ca. del gruppo, ha dichiarato: «la situazione del mercato italiano, così come anche in molti altri Paesi, è incoraggiante e ci lascia ben sperare. L’Hotel & Restaurant in Italia è in fermento, ristrutturazioni e nuove aperture hanno contraddistinto il 2021, nonostante sia ancora forte l’incertezza da parte dei clienti sull’andamento e ripercussioni della pandemia». Il manager ha sottolineato che già dalla seconda parte dell’anno, Sambonet Paderno Industrie ha registrato un incremento importante di ordini, raddoppiando i livelli rispetto al fatturato 2020 e avvicinandosi, o addirittura superando, quello del 2019. «Tutto questo nonostante la situazione di mercato difficile in termini di reperimento merce, materie prime e degli ingenti incrementi di costi di queste ultime», ha evidenziato. Coppo ha sottolineato che il gruppo si presenta come un punto di riferimento nel segmento Ho.Re.Ca. sia per quanto concerne la posateria e il buffet, ma anche per quanto riguarda le porcellane tavola. «Guardiamo al futuro con innovazione proponendo soluzioni alternative e performanti, senza perdere di vista la mise en place di taglio classico». Nell’immediato Arcturus punta a espandersi in Medio Oriente e Stati Uniti, ovviamente senza tralasciare il mercato europeo. «Purtroppo alcuni Paesi sono ancora fermi, Asia e Oceania sono ad esempio ancora in lock down per via del livello di vaccinazione ancora non rassicurante». Arcturus ha chiuso 2020 con un fatturato di 125 milioni di euro, crollato dai 155 milioni dell’anno prima. L’export è stato pari a 96 milioni, contro i 116 milioni del 2019. E guarda al futuro con ottimismo anche il Gruppo Cimbali, attivo nella produzione e progettazione di macchine da caffè professionali. «Nonostante la flessione, seppur contenuta, che abbiamo inevitabilmente registrato nel 2020, quest’anno abbiamo già visto ottimi segnali di ripresa e prevediamo quindi di chiudere il 2021 con un fatturato in linea con quello del 2019», ha infatti dichiarato il direttore generale, Enrico Bracesco. «In questo anno e mezzo Gruppo Cimbali ha continuato a lavorare con passione e determinazione, focalizzandosi su un’innovazione di prodotto e di servizio che portasse valore ai professionisti ma che fosse soprattutto realmente sostenibile», ha commentato ancora il manager. La società parteciperà a HostMilano. «E’ per noi particolarmente emozionante essere ad HostMilano quest’anno perché ci auguriamo che sia il consolidamento di una ripartenza del settore di cui abbiamo già visto i primi segnali positivi», ha spiegato il direttore generale del gruppo, aggiungendo: «Ad HostMilano presenteremo delle importanti novità che ampliano sia la nostra gamma di prodotti professionali, sia i nostri canali di vendita, con il primo prodotto dedicato al settore domestico di fascia alta».