Spagna, parola d’ordine: diversificare

fieramilano, Rho
17-21.10.2025

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Spagna, parola d’ordine: diversificare

Dopo sette anni di crescita la ristorazione quest’anno subirà una battuta d’arresto, mitigata dalla diversificazione che le aziende spesso hanno in altri segmenti, dalla sanità al commercio al dettaglio.

Quando parliamo di International Hospitality Exhibition non usiamo queste parole a caso: l’internazionalità è infatti uno degli elementi distintivi di HostMilano, che negli anni ha costruito una solida base di espositori e visitatori provenienti dall’estero, che ha ormai superato il 40% del totale. Iniziamo dunque un viaggio nelle aree più interessanti del mondo presenti a HostMilano, avvalendoci delle partnership attivate, anche per la prossima edizione, con importanti associazioni di settore.

 

Iniziamo dalla Spagna: il Paese attua investimenti piuttosto limitati in R&S, istruzione e innovazione (1,2% del Pil contro l’1,4% dell’Italia). Sono 263 i ricercatori ogni 100mila abitanti e 6,4 i brevetti (contro i 197 e 14,2 italiani). Il livello e la qualità delle istituzioni è medio alta. Nel 2019 la Spagna ha registrato un Pil procapite pari a 29.993 USD, il rating S&P è A.

 

Nel 2019, le imprese della ristorazione in Spagna sono state 70.743 mentre i bar, pub, caffetterie e locali simili erano 181.230, il numero più alto d’Europa, nonostante che tra il 2010 e il 2019, il numero di locali per la vendita e il consumo di bevande in Spagna sia diminuito di oltre 21.000 unità.

 


Le 132 società imprese dell’industria spagnola di macchinari per la ristorazione associate a Felac-Afehc nel 2019 hanno fatturato 1.895,54 milioni di euro (+4%), confermando il settimo anno di crescita. Buono l’andamento del mercato nazionale, che ha superato i 986,66 milioni di euro, il 3% in più rispetto al 2018. In lieve aumento l'export, salito a 908,88 milioni di euro (5%), con una quota globale del 48%. In lieve aumento anche gli addetti, oltre 9.900. In merito alle previsioni per il 2020, il presidente di Felac, Rafel Olmos, ha stimato un calo medio del 40% del fatturato. "Per i produttori che indirizzano i loro prodotti solo al settore dell'ospitalità, l'incidenza potrebbe essere ancora più alta, ma la diversificazione delle aziende in questo settore in segmenti come sanità, vendita al dettaglio o domestico mitiga un calo ancora più netto" ha dichiarato Olmos.