Tre punti di vista, basati sulla profonda expertise dei comparti delle tre manifestazioni, per un’unica visione strategica sulle sfide che nel mondo attenderanno altrettanti settori strettamente interconnessi tra loro, quali Food & Beverage, Hospitality e Travel.
Tre punti di vista, basati sulla profonda expertise dei comparti delle tre manifestazioni, per un’unica visione strategica sulle sfide che nel mondo attenderanno altrettanti settori strettamente interconnessi tra loro, quali Food & Beverage, Hospitality e Travel. Osservati da due punti di osservazione privilegiati, due veri e propri hub per i mercati globali come Dubai e Miami.
Questa la filosofia che ha guidato i primi due webinar organizzati congiuntamente da BIT – Borsa Internazionale del Turismo, HostMilano e TUTTOFOOD. I trend più attuali e le opportunità sui mercati internazionali per i Paesi del Golfo sono stati il tema dell’incontro da Dubai del 27 luglio, che ha visto confrontarsi Giacomo Bernardelli, CEO, Casinetto LLC, Haresh Daryanani, Business Development Manager, Al Maya Group, lo Chef Uwe Micheel – Presidente, Emirates Culinary Guild, Ali Serhal – Commercial Director, Fresh Express e Marcello Antonioni – Managing Partner, StudiaBo srl-ExportPlanning.com Dall’healthy food, alla sostenibilità e allo “zero waste”, l’avanzare sulla scena di nuove generazioni come i Millennial e la gen Z, l’avvento dei social e il loro impatto sul food (non solo buono, ma bello da fotografare) a rispondere sono stati chiamati imprenditori, chef ed economisti.
Nell’incontro sono emerse previsioni secondo cui, con orizzonte 2023, l’interscambio tra Medio Oriente ed Europa aumenterà fino a 8,5 miliardi di euro nel F&B e 3 miliardi nell’Hospitality. Ma con quali tendenze? I relatori hanno concordato che la fase post-lockdown è caratterizzata dal recupero in parallelo del canale digitale e fisico, in ottica phygital: indubbiamente i “key winner” sono l’e-commerce e la GDO, con un focus particolare sui ready meal. Interessanti i cambiamenti che stanno interessando la ristorazione nell’hotellerie – tradizionalmente forte nel Golfo – con clienti più giovani che guardano soprattutto al rapporto qualità/prezzo.
Cambio di continente e cambio di prospettiva per l’incontro da Miami del 29 luglio, che ha puntato i riflettori sulle evoluzioni del luxury. Il panel, composto da Rainer Zinngrebe, Vice Presidente Culinary, Luxury Brands, Marriott International, Franco Semeraro, Senior VP, Hotel Operations - Oceania Cruises/Regent Seven Seas, Fabio Trabocchi, Chef stellato del Fiola e Tommaso Cardana, Presidente di Tomson Hospitality (Miami) concorda: il futuro di queste nicchie sta sempre più nella personalizzazione e nella capacità di creare un’esperienza unica e una relazione autentica con “l’ospite”: nel luxury di domani la parola cliente, sinonimo di transazione, sarà bandita in favore di ospite – anche al ristorante – come metafora di una relazione più umana e diretta. Si tratta di una svolta importante perché permette agli operatori di sviluppare proposte in alto di gamma senza grandi investimenti, al punto che si parla ormai di “entry level luxury”. All’estremo opposto, il “beyond luxury”: la ricerca di un’autenticità e unicità incomparabili per chi, economicamente, può già comprare tutto. In uno scenario permeato dalla crescente consapevolezza della sostenibilità da parte degli ospiti, che sta portando diverse realtà luxury a diventare campioni dell’economica circolare in collaborazione con fornitori di qualità.