Jacqueline Rosenzweig, direttrice generale della Asociación Mexicana de Restaurantes, analizza criticità e opportunità generate dalla crisi, tra delivery, menu rinnovati e un nuovo rapporto con le autorità.
Da grandi crisi nascono grandi opportunità. Ce lo siamo detti più volte in tempi peggiori, è ora di ricordarcelo. La Pandemia ha creato difficoltà all’industria della ristorazione in tutto il mondo. Per questo è interessante capire come hanno reagito i vari Paesi e HostMilano, dal suo punto di osservazione privilegiato e grazie ai numerosi rapporti intessuti con primarie associazioni in tutto il mondo – e che saranno a HostMilano dal 22 al 26 ottobre per scoprire le ultimissime del settore e incontrarsi finalmente in presenza - , è in grado di fornire un panorama davvero unico.
Abbiamo chiesto a Jacqueline Rosenzweig, direttrice generale della Asociación Mexicana de Restaurantes, di darci un quadro della situazione dell’industria in Messico, dove dall’inizio della Pandemia hanno chiuso 120 mila imprese, il 20% delle 600 mila registrate prima della pandemia, con la perdita di 400 mila posti di lavoro.
“Anche se ci potrebbero volere fino a cinque anni per la ripresa completa del settore, vedo una grande opportunità di fare tabula rasa a livello normativo, di mantenere tolleranza zero per la corruzione e le violazioni della legge. Il momento e le condizioni ci sono – spiega -. Il settore tornerà con più forza, anche se la lenta campagna di vaccinazione e l'inefficiente azione del Governo ci porteranno a prolungare gli effetti della pandemia e le sue conseguenze economiche e sociali. La ristorazione rimane però uno dei pochi lussi e delle poche illusioni per individui e famiglie. Come dopo molte crisi, la gente investirà una parte del proprio reddito in piccole esperienze gastronomiche che li aiutino a ricordare la vecchia realtà e che li portino a ricordare i vecchi tempi. Nelle zone turistiche avremo risultati contrastanti, a seconda che la ripresa avvenga con turisti nazionali o internazionali”.
Il panorama del fuori casa cambierà?
Come in tutte le crisi, ci saranno vincitori e vinti, ma la più grande opportunità e rischio allo stesso tempo riguarda la parte immobiliare del settore. La possibilità di aprire spazi all’aperto sta generando un movimento interessante, ma c'è il rischio di erodere altre industrie nel momento in cui si apriranno tanti ristoranti in luoghi con terrazze. Probabilmente cambierà il modo di organizzare i menu per l'inflazione di alcuni prodotti e la scarsità di altri, ma questo dipenderà molto da come si mantiene il tasso di cambio e da quanto il Governo aiuterà a recuperare.
La sostenibilità: è un tema importante al momento per l'industria dell'ospitalità?
È un tema prioritario e comprende la lotta allo spreco di cibo e gli imballaggi compostabili, l'uso delle cannucce e il riciclaggio dei contenitori di vetro e PET.
Che tipo di innovazioni si sono viste in questo ultimo periodo?
La più grande novità è stato il nuovo rapporto industria-Governo che ci dà l'opportunità di migliorare il modo in cui è regolato il settore e il business è protetto.
La concorrenza tra le piattaforme ha iniziato a offrire maggiori benefici ai ristoratori e i ristoranti stessi si sono reinventati con il delivery o esperienze gastronomiche nuove ideate dagli chef.
Quali misure avete preso per sostenere i vostri associati nell'ultimo anno?
La Mexican Restaurant Association ha fornito aiuti ai lavoratori dei ristoranti e alle loro famiglie durante il periodo di chiusura dei ristoranti. Lato comunicazione, abbiamo offerto supporto per diffondere le promozioni che offrono. Insieme alla Camera dei Ristoranti, abbiamo partecipato alle trattative per la pronta riapertura dei locali. È stato creato il protocollo Mesa Segura (tavola sicura) per promuovere le misure igieniche e assicurare sicurezza ai clienti. Abbiamo organizzato webinar di formazione o promozione per prodotti specifici. Grazie all'iniziativa Ciudad al Aire Libre i ristoranti hanno il permesso di collocare i tavoli sui marciapiedi e servire i clienti negli spazi esterni.