Specie aliene: perché mangiarle è il nuovo trend sostenibile?

fieramilano, Rho
17-21.10.2025

Italia

Specie aliene: perché mangiarle è il nuovo trend sostenibile?

By Virginia Simoni

 

Si parla tanto del consumo sostenibile di insetti, ma produrre una nuova tipologia di allevamento, sebbene meno impattante della produzione di carne di altre specie, è davvero la soluzione alimentare che stiamo cercando?

 

Mangiare qualcosa che è già presente in natura, e che anzi, a causa di un sovrappopolamento di specie sta distruggendo un intero ecosistema, senza dover per forza produrre altre proteine di origine animale è, se ci pensate, qualcosa di straordinario.


Un ragionamento così semplice ma estremamente innovativo.
Invece di combattere la proliferazione di una specie e sprecarne le risorse, perché non consumarla?

 

Questa è l’intuizione che hanno avuto 5 giovani donne, tutte con esperienze professionali diverse, che per salvare il Mar Mediterraneo dall’invasione di specie aliene, si sono inventate un progetto ad alta sostenibilità: Blueat – La pescheria sostenibile.

 

 

Ma per prima cosa: che cosa sono le specie aliene?

 

Le specie aliene che si stanno diffondendo nel Mediterraneo a causa della trasformazione dell’ambiente marino sono ormai un fenomeno molto diffuso. Si tratta di tutte quelle specie che a causa dei cambiamenti climatici sono state in qualche modo trasportate fuori dalla loro area d’origine e arrivate in altri ecosistemi.

 

Le specie aliene invasive sono oggi considerate una delle maggiori minacce alla biodiversità, seconde solo alla distruzione degli habitat (da parte dell’uomo e dal cambiamento climatico).

 

In Italia dagli anni ’80 ad oggi il numero delle specie aliene è cresciuto del 96% e oggi contiamo oltre 3000 specie alloctone, il 15% delle quali è invasiva, cioè dannosa per la natura e l’uomo.

 

La loro proliferazione sta mettendo in pericolo la sopravvivenza delle specie autoctone e, di conseguenza, anche le economie collegate ad esse, come ad esempio quella dei piccoli pescatori che vivono grazie alla pesca costiera artigianale.


Costruire nuovi scenari per gestire le specie aliene significa quindi tutelare l’ambiente e generare un impatto economico positivo, in modo sostenibile e circolare.

 

 

Che cos’è il Granchio blu?

 

Una delle specie invasive che sta mettendo a dura prova il sistema ambientale ed economico della pesca del Mar Mediterraneo e in particolare del Mar Adriatico, è il Granchio Blu.

 

Il Granchio Reale Blu, detto più comunemente granchio blu o azzurro, è una specie autoctona della sponda occidentale dell'oceano Atlantico, dove vive lungo le coste orientali dell'intero continente americano.
Si pensa si sia diffuso anche negli altri mari del mondo, compreso il Mediterraneo, tramite l'acqua incamerata per zavorrare le navi commerciali partite dall’America.

 

In Italia è stato ormai stato avvistato in tutte le zone costiere, comprese le isole. La maggiore popolazione però si trova nel Mar Adriatico.

 

Inoltre non è raro che questo granchio si spinga anche lungo i corsi dei fiumi, poiché è in grado di tollerare salinità inferiori al tre per mille. Questo spiega perché la specie si stia diffondendo anche nelle Valli di Comacchio e nel ravennate, dove le acque calme e poco profonde si sono rivelate un habitat ideale per la sua riproduzione e crescita.

 

 

Un ingrediente prelibato

 

In America, e in particolare sull’East Coast, la polpa del granchio blu è considerato qualcosa di pregiato, con prezzi al mercato che a volte superano quelli dell’astice!

 

In Italia è ancora poco apprezzato, perché culturalmente non fa parte della nostra cucina, ma il progetto Blueat punta proprio a promuovere questo eccezionale ingrediente per aumentarne il consumo e farlo entrare di ruolo nella gastronomia italiana contemporanea.

 

Sono già diversi gli chef che si stanno cimentando in ricette con il Granchio Blu, alcuni anche di chef stellati come Chiara Pavan del ristorante Venissa (VE), che ormai l’ha fatto diventare uno degli ingredienti principe della sua cucina sostenibile.

 

Blueat punta a lavorare con piccoli pescatori e pagare loro il giusto prezzo per il Granchio Blu, facendolo poi lavorare a un’azienda specialista in prodotti ittici, la Tagliapietra & Figli S.r.l.

 

Grazie a questa collaborazione, il progetto mira a commercializzare questa polpa di granchio pronta per essere utilizzata nelle ricette degli chef di tutto il mondo!