Le dark kitchen sono solo la più recente incarnazione di un fenomeno che, dal delivery al food-to-go, sta ravvivando la voglia di mangiare “diverso”, con benefici per tutta la ristorazione professionale.
Reinterpreta in chiave gourmet i cibi da strada e il fast-food. Fa scoprire tradizioni culinarie lontane ed esotiche. O, semplicemente, riporta i sapori della tradizione ancora più vicino a noi, direttamente sulle nostre tavole. È il food-to-go, un universo di proposte diversificate con non solo presenta il comune denominatore delle tecnologie digitali, ma richiede anche la fornitura di attrezzature, accessori e servizi innovativi. I suoi grandi sponsor sono i Millennial e la Gen Z. Ma – soprattutto dopo i lockdown – è molto apprezzato anche dai boomer, e oltre.
E che cosa sta succedendo in Italia, un mercato che fa da “cartina di tornasole” grazie all’incontro fra tradizione e innovazione? Secondo una recente ricerca di Just Eat con WGSN e BVA Doxa, spicca l’aumento della richiesta in formato delivery di snack durante la giornata, dal toast (33% degli intervistati) ai prodotti da forno (24%), fino a torte e cornetti (48%): prodotti che richiedono, per esempio, nuovi packaging – meglio se sostenibili – e contenitori ad hoc per il trasporto. E se, a conferma dell’importanza delle tecnologie digitali, il 90% degli utenti ha scelto piatti e ristoranti in base alle foto che ha visto nel proprio feed – soprattutto tra gli under 44 – i cibi della tradizione sono invece legati a ricordi ed emozioni positive (85%), in particolare tra gli over 55, ponendo invece l’accento sull’importanza dei metodi di cottura.
E a livello internazionale? Innanzitutto, una novitàriguarda “dove” si consuma il cibo “da portar via”: sempre meno a casa propria e sempre più in spazi all’aperto, in particolare i parchi. Dai ristoranti gourmet alle food hall, molti ristoratori stanno seguendo questa tendenza creando nuove ricette pensate specificamente per consumatori che vogliono socializzare all’aperto con amici o famigliari: anche in questo caso, generando una domanda di accessori e servizi specificamente progettati.
Un altro potente fattore trainante è la crescita delle esigenze nutrizionali speciali, un fenomeno non nuovo, ma che si sta consolidando e affermando nel delivery. La novità di quest’anno è che la richiesta riguarda sempre più formati mainstream come panini e piadine, oltre alle classiche insalate, zuppe e poke, che comunque continuano a crescere. Cresce quindi la richiesta di soluzioni – tecnologiche e oltre – sostenibili e scalabili, capaci di gestire molti formati e ricettazioni: soluzioni che saranno tutte a Host 2023, a fieramilano a Rho dal 13 al 17 ottobre prossimi.
In generale, la parola d’ordine è qualità. Anche grazie alla crescente specializzazione tematica delle dark kitchen, supportata da macchinari e attrezzature sempre più smart, il food delivery non è più percepito semplicemente come “buono e veloce”, ma anche e soprattutto come “gourmet, pratico e sicuro”. Un’occasione, insomma, di gustare a casa un piatto speciale che probabilmente non si riuscirebbe a preparare da soli, o una cucina etnica il cui ristorante non è, magari, proprio sotto casa: un modo complementare per valorizzare la professionalità della ristorazione. È per esempio interessante notare che, secondo un’indagine dell’analista di settore Lumina, i prodotti premium stanno attualmente guidando lo sviluppo di nuovi prodotti alimentari da asporto. E se quattro nuovi prodotti su dieci sono vegani, e uno su cinque è a basse calorie o senza glutine, le occasioni di consumo FTG (food-to-go) rimangono dominate da prodotti “indulgenti” come patatine, hamburger e dolci: lo spazio per lo sviluppo di nuove opportunità di business rimane quindi molto ampio.
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